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IL LAVORO NON GARANTISCE LA FELICITÀ

All’alba di questo Primo Maggio 2025, festa dei lavoratori, una domanda mi tormenta:

“Qual è il vero legame tra lavoro e felicità per i giovani di oggi?”

Non me ne vogliano imprenditori, disoccupati e sindacati se credo che il lavoro, così come il denaro, non siano in grado di donare vera felicità.

Il lavoro, presentato come diritto costituzionale, per noi figli disillusi degli anni ’70 e ’80, è solo un inganno fondato sulla menzogna più profonda: quella di un’economia posta al centro della vita umana.

Il messaggio trasmesso da genitori, istituzioni e media – a loro volta succubi di questa idea – era chiaro:

“Sii un bravo bambino, studia, diplomati, magari prendi una laurea e trova un buon impiego. Baratta il tuo tempo per una misera quantità di denaro, svendendoti al miglior offerente, e impegnati. Impegnati seguendo gli standard che ti hanno insegnato a scuola.”

Noi ci abbiamo creduto.

Con i guadagni del nostro sudore, alcuni di noi sono riusciti a comprare una casa, formare una famiglia, avere figli e andare in vacanza due volte l’anno. Ci siamo concessi pizzate e aperitive, SUV sovradimensionati, e l’ultimo iPhone.

E poi, dopo una vita a realizzare i sogni altrui – progetti, idee, persino errori che, con un po’ di stile, abbiamo fatto sembrare quasi successi – eccoti qui, pronto per la festa della pensione.

Un bel discorso, qualche lacrima, e l’inevitabile orologio d’oro. Ah, l’orologio, simbolo perfetto di tutto quel tempo speso a rincorrerlo, solo per scoprire che… il tempo non correva con te.

E poi? Arriva il meritato riposo. Ma non per tutti. C’è chi non riesce proprio a digerirlo. Magari dopo qualche mese, quando, appeso l’orologio al chiodo, il corpo, abituato alla fatica, si trova davanti al nulla. E quel nulla, diciamocelo, non è poi così rilassante.

L’inconscio, assuefatto dal traffico frenetico di soldi e tempo, non comprende l’equazione “soldi in cambio di nulla”. Ma come mi pagano senza che io faccia nulla?, si chiede. E lì scatta il panico.

La mente razionale sa di meritarsi quel dolce far niente, ma la mente e l’inconscio non si parlano spesso. Come due colleghi di un ufficio tossico che si salutano senza mai prendersi un caffè insieme. E così, senza un dialogo, ti ritrovi in un dilemma esistenziale:

Riposarsi è un diritto, ma chi lo spiega all’inconscio, abituato al ricatto denaro/tempo, che non deve sentirsi in colpa per godersi la pensione?

Benvenuto nel paradosso del meritato riposo di fine carriera, dove qualcuno si ammala e altri vanno in depressione.

Ora, potresti chiedermi: queste idee sovversive prevedono un’alternativa?

Possiamo liberare i giovani dal mito del lavoro come valore assoluto?

Certo.

Il paradigma di partenza avrebbe dovuto essere diverso. Avrebbe dovuto porre l’essere umano al centro del mondo, non l’economia.

Questa deve essere la lezione per i nostri figli: evitiamo di ingannare anche loro.

Il nostro imprinting è ormai cronico, ma possiamo salvarli. Hanno il diritto di ribaltare lo schema e riconquistare un mondo che meritano.

La felicità non arriverà trovando un lavoro, né identificandosi completamente con esso.

Il processo è inverso: quando scoprirai la tua felicità interiore, quella connaturata in ogni essere umano, allora sarai in grado di sostenerti anche economicamente. Riscoprire il talento della felicità ti metterà nella condizione di costruire la tua realtà.

Quando vivi in pace interiore, ottieni i risultati più significativi. Non funziona al contrario. C’è un cammino da percorrere per far emergere l’equilibrio interiore che ci appartiene di diritto, un viaggio da intraprendere senza fretta ma senza sprecare tempo.

Il messaggio per i nostri figli è questo: riconoscere il proprio valore intrinseco e unico.

Ecco alcuni semplici consigli per guadagnarsi da vivere felicemente:

  • Comportatevi sempre come la persona che desiderate essere, al di la di ogni paura e vergogna.
  • Fuggite dai compromessi che vi imbrigliano.
  • Osate e sognate da giovani: imparare da grandi è lento e un pò più faticoso.
  • Divertitevi in tutto ciò che fate e giocate con la realtà.
  • Aprite il cuore alla vita, sentitevi sempre responsabili.
  • Imparate a dominare il vostro ego: utile da giovani, dannoso in età adulta.
  • Alimentate una visione altruistica del mondo, contribuendo al suo miglioramento.
  • Cercate il senso profondo della vita e allineatevi fiduciosi al Grande Qualcosa.
  • Siate umili: nell’umiltà si nasconde una forza immensa, che scoprirete.

E infine, amate. Amate in tutte le forme più pure. imparate ad Amare nel dolore, quando sembra impossibile riuscirci.

Amate il giorno e la notte, la luce e il buio, senza il quale non potreste mai riconoscere la luce.

In fondo, siamo qui per amare, non per lavorare.

Fai ciò che ami, e quando imparerai ad accogliere la realtà, sii grato.

Con questa consapevolezza, potrai far emergere i tuoi talenti, persino quelli più nascosti, e trasformare la tua passione in una moneta preziosa, capace di comprare non solo il pane, ma la gioia stessa di vivere.

Written by
Francesco Perticari

Il mio nome è Francesco Perticari e da molti anni cammino dentro le parole, le emozioni, i pensieri. Il mio lavoro – se così possiamo chiamarlo – è aiutare le persone a ritrovare chiarezza, centratura e direzione.
Lo faccio con gli strumenti del coaching, ma anche con linguaggio, introspezione, spiritualità e tanto ascolto.
Non amo le etichette, ma potrei definirlo coaching di consapevolezza oppure Anti-coaching.
Un accompagnamento gentile che non offre soluzioni pronte, ma crea spazio per far emergere ciò che c’è già: dentro.
🌀 Perché “Entradentro”?
Perché credo che tutto parta da lì.
Non da fuori.
Non da ciò che ci accade.
Ma da come scegliamo di stare in ciò che accade.
Entradentro è nato come blog, ma è diventato un luogo, un’aspirazione di comunità, una direzione.
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In questo spazio condivido strumenti, riflessioni, percorsi e parole che ho raccolto in anni di studio, di pratica, di errori, di domande.
Non c’è nulla da insegnare, solo molto da ricordare.
🎓 Formazione e approccio
Mi sono formato in ambito coaching, PNL, comunicazione, crescita personale con un approccio olistico e spirituale.
Studio da sempre il rapporto tra linguaggio, coscienza e cambiamento, e nei miei corsi integro elementi di neuroscienze, spiritualità, cultura filosofica e pragmatismo gentile.
L’approccio che propongo è:
• concreto, ma non meccanico
• spirituale, ma non religioso
• profondo, ma (spero) non pesante
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Un percorso che non ti prometta risultati magici, ma che ti accompagni davvero nella tua trasformazione, potremmo lavorare insieme.
Con il rispetto, il silenzio e la cura che ogni cammino autentico merita.

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