Oggi ho ricevuto una mail dal mio Io passato
La condivido qui, su Entradentro, per riflettere insieme.
Caro Francesco del futuro,
ti scrivo per dirti che oggi mi piacerebbe che tutto ciò che chiamiamo realtà fosse, in fondo, solo un sogno.
Le cose che ti capitano servono soltanto a sperimentare parti di te.
Quando rileggerai queste parole un po’ disordinate, saranno solo tracce di un passato che ormai non ha più significato. Tu non fai esperienze: impari ogni giorno qualcosa su di te. È questo il motivo della mia lettera: capire se i pensieri di oggi avranno un senso per il futuro che stai vivendo come presente.
Sei mesi fa avrei voluto organizzare un piano B. E tu, adesso, a cosa stai pensando?
A volte, troppe volte, i miei pensieri sono di scarsità. Voglio sapere se sarà così anche tra sei mesi.
A presto, sessantenne in splendida forma.
Francesco del passato
Ho trovato in questo esercizio un modo semplice e potente per conoscermi meglio. È un dialogo intimo tra due versioni di me stesso: un ponte tra presente e futuro che rivela vulnerabilità, desideri e consapevolezze.
Analisi della lettera a me stesso
- Tono esistenziale e onirico
L’idea che la realtà possa essere un sogno suggerisce e conferma la mia ricerca di significato oltre all’apparenza. In fondo tutto quello che scrivo in questo blog è coerente con questa decennale ricerca. C’è una specie di tensione fra ciò che vivo e ciò che comprendo. Come se le due cose fossero originate dalla stessa matrice alla quale ambiscono di ritornare dopo essere state separate.
- Riflessione sull’identità
Chi sono io? Uno che non fa esperienze ma impara sempre qualcosa. Come se non fosse importante ciò che accade ma il senso che diamo a ciò che accade.
- L’aspetto circolare del tempo
Il passato scrive al futuro, ma il futuro è già presente. Il gioco di specchi temporali rafforza il senso di temporalità fluida e accresce il livello di consapevolezza.
- Vulnerabiltà e speranza
Da una parte i pensieri di scarsità, mostrano tutta la mia fragilità; controbilanciata dal messaggio di speranza al sessantenne in splendida forma.
- Domande aperte
In pieno stile coaching non vi sono risposte, solo domande. Si rinnova l’invito a guardarmi dentro a confrontarmi con ciò che sono diventato.
Perché scrivere al proprio Io futuro è utile
- Misura il cambiamento
Le parole del passato diventano specchio per riconoscere evoluzioni e trasformazioni. - Dà forma a desideri e paure
Scrivere obbliga a chiarire cosa vogliamo, cosa temiamo, cosa sogniamo. - Rafforza identità e continuità
Ci ricorda che siamo lo stesso essere umano che attraversa il tempo, pur cambiando. - Offre conforto e motivazione
Rileggere il passato può essere come ricevere un abbraccio da sé stessi. - Aumenta la consapevolezza del presente
Scrivere al futuro è un atto che ci radica nell’oggi, costringendoci ad ascoltarci davvero.
Scrivi anche tu al tuo Io futuro
Scrivere al futuro è come piantare un seme nel terreno del tempo. È un gesto di coraggio e cura: ti ricorda chi sei oggi, ti aiuta a immaginare chi potresti diventare, e costruisce un ponte tra sogni e realtà.
Scrivi anche tu una lettera a te stesso o a te stessa.
Puoi farlo qui: