Una serata sulla comunicazione consapevole alla Casa Famiglia Adonai
Mercoledì 7 maggio, presso la Casa Famiglia Adonai di Cesena, ho avuto l’opportunità di tenere un incontro dedicato alla comunicazione efficace.
Un’occasione preziosa per confrontarci sul valore concreto che le parole – e in genrale la comunicazione – hanno nella vita quotidiana e nella qualità delle relazioni.
La serata si è aperta con una riflessione condivisa:
la comunicazione non è solo uno scambio di messaggi, ma un processo che plasma il modo in cui percepiamo la realtà e interagiamo con essa.
Abbiamo lavorato a partire da un presupposto semplice e operativo:
le parole creano la realtà.
Non solo raccontano, ma influenzano stati d’animo, comportamenti, decisioni e danno significato alle relazioni, costuendo ponti quando sono corrette, innalzando muri quando non sono funzionali.
Sintesi dei contenuti principali della serata:
“Parole che nutrono”
Visione e Obiettivo
Durante l’incontro abbiamo esplorato la visione di un mondo in cui la comunicazione possa essere autentica, trasparente e leale, capace di unire le persone, costruire relazioni solide e favorire comprensione profonda.
I Principi della Comunicazione Efficace
1. Tutto è comunicazione
- Ogni comportamento, anche il silenzio, comunica qualcosa.
- Il nostro carattere traspare nella comunicazione e influenza la risposta degli altri verso di noi.
2. Conta il risultato, non l’intento
- Non basta essere responsabili di ciò che si dice, bisogna esserlo anche di ciò che l’altro comprende e delle sue reazioni.
- La consapevolezza di questo principio porta a una maggiore attenzione verso l’interazione con l’altro per evitare fraintendimenti e ferite involontarie.
- Se vogliamo diventare abili a trattare con gli altri occorre farsi carico di ciò che succede all’interlocutore, a noi stessi e al campo che si crea dal contatto.
3. Mettere l’interlocutore al centro
- Le parole agiscono direttamente sul cervello dell’interlocutore, attivando reazioni neurofisiologiche e ormonali che influenzano percezioni, decisioni e comportamenti.
- Un comunicatore efficace sa che il cervello umano cerca sempre un vantaggio personale (“WIIFM”: What’s In It For Me?) e adatta il messaggio di conseguenza.
- Tecniche come il “ricalco” (pacing) aiutano a creare fiducia e connessione, soprattutto con le parti più istintive ed emotive del cervello.
- Evitare frasi che creano frame negativi (“Scusa se ti disturbo”) e usare narrazione più che dati tecnici per coinvolgere emotivamente in una fase iniziale.
- Adeguare il linguaggio ai tre cervelli: rettile (fiducia), limbico (emozioni), neocorteccia (ragionamento).
Le Parole Creano Mondi
- Le parole non descrivono soltanto, ma plasmano la realtà percepita e vissuta.
- Il cervello reagisce a metafore e al linguaggio figurato come se fossero reali, producendo risposte fisiche e ormonali.
- Alcune parole e frasi attivano reazioni negative (“provare”, “rubare”, “sperare”, avversative come “ma”, “però”, miniaturizzazioni come “domandina”), mentre altre creano valore e positività (“magnifico”, “importante”, “sì”).
- Ridefinire situazioni difficili con parole diverse (“impegnativa” invece di “difficile”) cambia la percezione e la realtà vissuta.
- La ripetizione di frasi, anche non vere, può modificarne la percezione fino a renderle vere per il cervello.
Script comunicativi
- Gli script sono strutture linguistiche apprese o automatiche che guidano le nostre interazioni.
- Possono essere limitanti (“tanto non mi ascolta nessuno”) o potenzianti (“io valgo”).
- Cambiare consapevolmente gli script modifica la relazione e la realtà che viviamo.
Abitudini e Scelte Linguistiche
- Molte frasi e formule sono usate per abitudine e nonostante possano sembrare innoque, rischiano di essere dannose poichè creano reazioni negative negli interlocutori (“giuro”, “se devo dirti la verità”, “resto in attesa di un cortese riscontro”).
- È possibile sostituire questi automatismi con strutture linguistiche più efficaci:
- Usare il “sì” all’inizio,
- Riformulare in positivo,
- Usare verbi che trasmettono azione e sicurezza,
- Sfruttare metafore per evocare immagini desiderate,
- Concentrarsi sul beneficio per l’interlocutore (WIIFM).
Impatto del Dialogo Interno e Neuroplasticità
- Il dialogo interno (le parole che diciamo a noi stessi) modella la nostra esperienza e la nostra realtà.
- Il cervello, grazie alla neuroplasticità, si modifica fisicamente in base alle parole e agli script che usiamo regolarmente.
- Cambiare il linguaggio interno trasforma la struttura cerebrale e migliora la qualità della vita, nostra e degli altri.
Neuroscienze e Comunicazione
- La comunicazione non è solo psicologia, ma anche biologia: le parole producono effetti chimici reali nel cervello dell’interlocutore e di chi parla.
- L’ambiente in cui avviene la comunicazione influisce sull’esperienza e sull’apprendimento.
In sintesi:
Le parole hanno un potere concreto, fisico e chimico, che va ben oltre il semplice scambio di informazioni. Scegliere consapevolmente le parole e gli script che usiamo, sia con gli altri che con noi stessi, significa poter trasformare relazioni, risultati e persino la nostra struttura cerebrale. Non è solo ciò che diciamo, ma come lo diciamo che determina l’esperienza dell’altro e la qualità delle nostre connessioni.
Per approfondimenti:
- Leggi Il potere trasformativo delle parole
- Scopri il percorso S.T.I.L.E. – Comunicazione, Identità, Visione
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