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Il mio pensiero di fine anno va agli eterni sognatori, agli esploratori della natura e degli spazi interiori.

Ai pazzi, agli strani, a quelli che considerano la follia un frammento incomprensibile ed essenziale, dell’essere umani.

A quelli che sanno vedere la verità fra le pieghe dell’ordinario, ma non ostentano saccenza.

Agli indaffarati che continuano a correre poiché non possono fermarsi, ma se potessero farlo non si fermerebbero comunque.

Ai bicchieri rotti del servizio buono.

A tutte le persone ingenue, gentili e timide e alla loro delicata capacità d’illuminare gli ambienti.

A quelli che non lottano per avere ragione, sapendo che è più importante respirare e sorridere.

Agli artisti incompresi, agli sputafuoco e ai saltimbanchi così radiosi e disinteressati da mettere in ombra le superate logiche del mercato.

A chi non ha ancora imparato ad amare e nonostante questo fa del suo meglio in ogni trascurabile momento della giornata..

Agli accaniti ricercatori di prospettive originali e punti di vista non convenzionali e al loro modo di contribuire all’evoluzione dell’umanità. Vivono affrontando con orgoglio l’inerte immobilità del gregge.

A quelli che danzano senza esserne capaci e in coro cantano a squarciagola fuori tempo come se fossero soli.

Ai temerari che affrontano ogni giorno la paura con impercettibili atti di coraggio e, a piccoli pezzi, rendono Sacra la loro esistenza.

Ai sovversivi, agli emarginati e a tutti quelli che si ricordano di essere stati bambini. Cercheranno di farli sentire un po’ sbagliati, ma i bambini non sbagliano mai.

A chi solca strade apparentemente senza via d’uscita.

Ai selvaggi, ai ribelli, agli indomiti che vivono in equilibrio sul filo sottile dell’infinito, sfidando il rischio di scivolare nel temibile abisso dell’illusione.

Ai maghi e alle streghe, persone che in altre epoche sarebbero finite sul rogo e oggi attraversano il fuoco del conformismo, con la pelle che brucia e il cuore che splende.

A quelli che lottano per sopravvivere e rifiutano con tutta la loro forza pensieri di scarsità e inadeguatezza, camminando a testa alta con un tozzo di pane secco in mano e un mutuo troppo alto in banca.

Al contributo incommensurabile dei mistici, degli eremiti e dei sadhu, il cui valore santo per lo sviluppo spirituale di miliardi di persone viene riconosciuto solo da pochi.

Agli anti-eroi che non credono al retoricose vuoi puoi”, ma al se vuoi capire, agisci”.

Alle donne e agli uomini che sanno amare la loro femminilità e la loro mascolinità senza condizioni, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dagli impulsi più strani. E in questo amore trovano l’ispirazione per accogliere l’opposto.

Agli irrazionali: quelli che non combinano mai nulla di buono; come se qualcuno affidandosi solo alla ragione sapesse veramente riconoscere ciò che è buono.

A chi si abbandona alla vergogna senza rendersi conto che la vergogna è perlopiù un sottoprodotto della società, usato per soffocare l’anelito di libertà che abbiamo dentro.

Ai rinunciatari e a chi non è in grado di rinunciare a nulla.

A chi nutre le ingorde aspettative degli altri, incapace di ritrovare il proprio Perché.

Ai passionali, agli impulsivi e agli irrisolti sempre alla ricerca dei granai dell’invisibile, della pentola d’oro ai piedi all’arcobaleno o di una torta al cioccolato da gustare senza rimpianti.

Ai traditi e ai traditori, ignari che l’unico voltafaccia concepibile sia quello verso la propria Anima.

A chi sa accarezzarsi con dolcezza.

Ai meravigliosi esseri che tengono a debita distanza gli intrusi e gli invadenti solo con lo sguardo.

A chi scopre il proprio ritmo e, ogni mattina partorendo dall’acqua, surfa l’onda perfetta come se fosse l’ultima.

All’utile funzione di tutte le forze egoiche presenti sul pianeta, scorgendo in lontananza la fine del loro ingrato compito.

A chi non crede nell’Amore.

Ho la certezza che l’Amore creda in loro.

Written by
Francesco Perticari

Il mio nome è Francesco Perticari e da molti anni cammino dentro le parole, le emozioni, i pensieri. Il mio lavoro – se così possiamo chiamarlo – è aiutare le persone a ritrovare chiarezza, centratura e direzione.
Lo faccio con gli strumenti del coaching, ma anche con linguaggio, introspezione, spiritualità e tanto ascolto.
Non amo le etichette, ma potrei definirlo coaching di consapevolezza oppure Anti-coaching.
Un accompagnamento gentile che non offre soluzioni pronte, ma crea spazio per far emergere ciò che c’è già: dentro.
🌀 Perché “Entradentro”?
Perché credo che tutto parta da lì.
Non da fuori.
Non da ciò che ci accade.
Ma da come scegliamo di stare in ciò che accade.
Entradentro è nato come blog, ma è diventato un luogo, un’aspirazione di comunità, una direzione.
📚 Cosa troverai qui
In questo spazio condivido strumenti, riflessioni, percorsi e parole che ho raccolto in anni di studio, di pratica, di errori, di domande.
Non c’è nulla da insegnare, solo molto da ricordare.
🎓 Formazione e approccio
Mi sono formato in ambito coaching, PNL, comunicazione, crescita personale con un approccio olistico e spirituale.
Studio da sempre il rapporto tra linguaggio, coscienza e cambiamento, e nei miei corsi integro elementi di neuroscienze, spiritualità, cultura filosofica e pragmatismo gentile.
L’approccio che propongo è:
• concreto, ma non meccanico
• spirituale, ma non religioso
• profondo, ma (spero) non pesante
🤍 Se cerchi...
Un percorso che non ti prometta risultati magici, ma che ti accompagni davvero nella tua trasformazione, potremmo lavorare insieme.
Con il rispetto, il silenzio e la cura che ogni cammino autentico merita.

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