La trascurabile inconsistenza di una scelta
Siamo esseri umani, non calcolatori perfettamente razionali.
Siamo condizionati da un’infinità di dati contrastanti, dalla complessità della vita quotidiana, dall’inerzia delle suggestioni collettive e dalla limitata forza di volontà individuale.
Ci troviamo spesso davanti a fottuti dilemmi.
Scelte importanti o elementi imprevedibili possono cambiare la nostra esistenza come racconta benissimo il film Sliding Doors. Ricordate?
- Andare in ascensore o fare le scale
- Scegliere questo o quello.
- Seguire o guidare.
- Prendere o lasciare.
- Tenere duro o mollare.
Vaccinarsi oppure non vaccinarsi?
Farsele iniettare queste provvidenziali sostanze medicinali a tutela individuale e collettiva oppure no, per proteggersi da rischi collaterali, salvaguardando la salute?
Adesso ci starebbe bene un bel pippone per farti aderire al mio credo, cercando di convincerti a pensare come la penso io.
Una predica, condita da abbondante sarcasmo, qualche incisiva e infelice battuta sui presunti errori di valutazione della controparte e tanta, tanta ironia, ci starebbero da dio a questo punto del post.
Con una adeguata dose di furore verbale potrei essere persuasivo agli occhi dei tifosi di parte e rinforzerei anche le mie convinzioni sul tema. Magari potrei ambire a diventare un capetto degli ultras della fazione alla quale appartengo.
Anche una straziante storia di vita vissuta, documentabile e commovente, potrebbe convogliare qualche nuovo adepto incerto fra le fila della mia squadra.
Sai, vero, che esistono toccanti e tristi storie di vita vissuta da una parte e dall’altra del fossato?
I conflitti partono da comportamenti individuali
Essere spregiudicati e pungenti, prendendo posizioni forti in merito a temi delicati come la salute, fa sempre presa su chi ha idee simili alle tue, anche se ferisce chi sta dall’altra parte.
Una parola di troppo su Facebook è in grado di scatenare un acceso dibattito. È così che il conflitto, collegato alla incombente miccia incandescente, si prepara a esplodere.
Sui social le contese sui vaccini fioccano. Commenti dissenzienti, di gente che manco si è presa la briga di leggere un bugiardino, si alternano alle offese malcelate dei frustrati cronici e all’irritazione dai toni snob dei tipi politicamente corretti.
Alcuni si divertono molto a dar fuoco alle micce. Creano traffico nel proprio canale sentendosi protagonisti in quel lasso sufficiente per godere degli agognati dieci minuti di celebrità.
Si fanno nuovi amici e si sentono importanti, finalmente al centro dell’attenzione. Pazienza per gli incazzati, coglioni e lobotomizzati individui che non la pensano come loro, sacrificati sull’altare delle egoistiche alleanze fra i pari.
Molti nemici, molto onore, penseranno.
Quando si innesca la diatriba violenta e tracotante fra le parti. Quando dentro di noi esplode un giudizio feroce verso l’altro. Quando ci facciamo prendere dalla smania di calpestare qualcuno perché la pensa diversamente. Quando alziamo i toni per aumentare le possibilità di strappare la vittoria…
Proprio in quel momento noi siamo stati sconfitti.
Tutti noi, abbiamo perso la partita.
Hanno perso tutti quelli che credono di essere dalla parte del giusto.
Hanno perso i confusi, quelli che non capiscono più a chi credere, quelli increduli e frastornati dai mantra dell’informazione ufficiale.
Hanno perso i ricercatori di verità e anche quelli che non hanno tempo di fare alcuna ricerca, occupati come sono a riempire il piatto con un tozzo di pane.
Hanno perso le istituzioni se credono al Divide et impera come strategia efficace per governare.
Hanno perso i nostri bambini, depositari di una fiducia incondizionata che non abbiamo saputo onorare.
Hanno perso gli stati sovrani e le organizzazioni internazionali, se è vero che sulla terra si contano ventisei focolai di violenza, fra guerre, conflitti e insurrezioni.
Ha perso la società civile ignorando altri modi con cui regolamentarsi oltre allo sviluppo economico e al conseguente paradosso di aspirare a una crescita infinita in un Pianeta che manifesta, più che mai, la limitatezza delle proprie risorse.
Infine l’umanità sta perdendo la sua sfida più importante se non riuscirà a fondare un mondo nel quale la competitività venga sostituita dalla solidarietà, dalla condivisione e dalla consapevolezza di essere parte del medesimo equipaggio, su una barca alla deriva.
Opportunità sprecata o salto di paradigma?
Infine credo vi sia qualcosa di peggio della crisi economico-pandemico-sociale che stiamo vivendo.
Non si tratta del Great Reset o dell’instaurazione – ipotizzata da alcuni e dichiarata da altri – di un Nuovo Ordine Mondiale dei cui scopi crediamo di sapere qualcosa, ma non sappiamo nulla.
La cosa peggiore che ci può capitare ancora è sprecare la crisi.
Come sempre, avremo due scelte più importanti del dilemma vaccinale.
Ogni terra desolata che attraversiamo, ogni deserto dell’esistenza, ogni prova alla quale siamo chiamati, ci regala sempre due opzioni: uscirne migliori o peggiori.
C’è una importante decisione individuale da prendere.
Il tempo per rispondere a questa domanda è ora.
In fondo lo sappiamo, la vita non ci concede prove.