quartzside-patria-spiriti-liberi

Quartzside: la patria degli spiriti liberi

Una città-camping ai confini della realtà

C’è una piccola e calda città desertica nelle soleggiate pianure dell’Arizona. E’ diventata il ritrovo invernale di una nuova popolazione emergente di esploratori, sognatori, avventurieri e poeti poco avvezzi a farsi soffocare dalla morsa del sistema.

Il suo nome è Quartzside e chiamarla città forse non è corretto visto che in estate ha una popolazione di appena 4000 abitanti.

In inverno invece si riempie di gente, migliaia di workampers. Per lo più anziani, traditi dal sogno americano, si ritrovano insieme a gruppi di punkabbestia, turisti su quattro ruote e giovani in viaggio sabbatico.

In questo posto i confini sociali sfumano. La segregazione residenziale che divide i ricchi dai poveri, tipico fenomeno urbano della fantasmagorica società Americana, qui perde il suo senso.

Sembra una festa all’aperto diffusa, uno spettacolo che una volta il National Geographic ha definito il parcheggio più grande d’America. Si è guadagnato anche altri soprannomi, come “Vacanze in primavera per vecchi” e “Palm Spring dei poveri.”

Scrive Jessica Bruder nel suo straordinario libro-inchiesta Nomaland.

Questa città-camping distopica ha preso ai nostri giorni il posto del Klontide di fine ‘800. I fiumi dell’Alaska erano i luoghi in cui arrivare col cuore zeppo di sogni dorati. Questo arso paesino è il deserto dove quei sogni si sono miseramente infranti fra le pareti in vetroresina di vecchie roulotte scalcinate e i maestosi saguari giganti dell’Arizona.

camper-vita-nomade

La nuova corso all’oro è una ritirata.

La nuova corsa all’oro del ventunesimo secolo si chiama “vita nomade” ed è l’ultima spiaggia, sempre più spesso inevitabile, per molte persone a fine carriera.

Una schiera di attempati ex manager, professionisti o impiegati, danneggiati da scelte previdenziali sbagliate, matrimoni falliti, crisi immobiliari e finanziarie sono costretti a vivere in roulotte.

I Più sono stati licenziati da spregiudicate e potenti multinazionali. Sono le vittime sacrificali delle frequenti campagne mirate a disfarsi dei lavoratori a tempo indeterminato a favore di forza lavoro precaria e senza diritti.

Il delirio dell’alienazione lavorativa che prende il nome di gig working, un bel tappeto sotto il quale si nascondono le polveri dei diritti calpestati.

L’epilogo del sogno americano si è trasformato in un incubo. Dal progetto di una bella villetta sul mare a Miami, dove svernare e passare l’estate con figli e nipoti, molti nonni d’America sono stati costretti a convertirsi al minimalismo di necessità. Hanno perso tutti i beni materiali, svenduto casa per pagare i debiti e girovagato per la nazione, alla disperata ricerca di faticosi lavori stagionali.

Ne hanno approfittato le società di gestione dei grandi parchi naturali con programmi di reclutamento specifici per anziani. Anche Amazon ha lanciato Camperforce, il campeggio di lavoro Natalizio dove, per 40 – 50 ore settimanali, i maturi precari americani preparano spedizioni quando la stagionalità moltiplica i volumi di vendita.

In questi straordinari periodi festivi l’esperienza di acquisto del cliente deve rimanere la più efficace possibile. Mentre l’esperienza dei lavoratori pensionati, al soldo di Amazon, costretti a camminare per chilometri e chilometri al giorno, si sopporta solo con il brufen (peraltro distribuito gratuitamente del colosso delle vendite).   L’azienda della terra più incentrata sul cliente rispetta la sua mission, calpestando la dignità dei lavoratori anziani.

La disfatta della società contemporanea

Torniamo a Quartzsite, la città dove si ritrovano fra loro i componenti di questa nuova categoria di nomadi del lavoro. Uno dei luoghi più stravaganti e genuinamente dementi d’America è probabilmente lo specchio della demenzialità alla quale stiamo andando incontro. Il passaggio dal fallimento del capitalismo al neoliberismo e la tensione a un futuro proiettato nel poco auspicabile transumanesimo, qui si respira.

  • Paul Winer, il libraio nudo, che suona il piano ispirandosi a Fats Domino.
  • Il monumento alla tomba del cammelliere tunisino Hi Jolly (la figura storica più famosa del paese).
  • Un ristorante dall’insolito nome: Yacht Club, la cui insegna cita “da molto tempo, niente mare” .
  • La locale fiera di gemme e minerali

Sono le quattro cose da non perdere in questa frontiera dell’assurdo.

Una città per pensionati a basso reddito in cerca di calore non solo umano. Un posto talmente contraddittorio, in grado di disegnare l’assurdità dei nostri tempi e la grande incertezza del nostro futuro, che assurge a meta visionaria per prevedere i prossimi paradossali scenari.

Visto che molti fenomeni americani hanno precorso di almeno un decennio il nostro modello di vita occidentale forse anche nella vecchia Europa avremo la nostra Quartzsite, magari in un caldo paesino del sud Italia.

Quartzsite rappresenta la disfatta del viaggio dell’umanità. Un viaggio che per la prima volta dopo millenni sembra scorgere il capolinea se, come sembra, continueremo a rincorrere l’economia. Invece dovremmo concentrarci sulle potenzialità più esclusive di questo glabro, viscido e rosato animale umano: il cuore e la capacità di amare il prossimo, il pianeta e il regno animale.

Ritrovare il candore dell’umanità

Questo blog vuole scrivere di speranza. Il suo autore è alla ricerca di vie nuove, mentali, spirituali e concrete, per migliorare la sua vita e dare un contributo anche minuscolo al futuro del pianeta.

Quindi non voglio concludere il post sotto il segno di una fiducia negata, di un lieto fine inaccessibile e nebuloso. Ma voglio immaginare una umanità dotata di una ricostituita verginità d’intenti, meno stanziale e pandemica, meno paurosa e più dedita a coltivare ciò per cui siamo nati: amore, mistero, avventura, condivisione, inclusione.

E se questo messaggio partisse da noi?

Dalla prossima generazione di anziani, una proposta esistenziale diversa: minimalista, naturale, pratica e audace, dedita alla cura dei valori più profondi e alla vita nei suoi aspetti più puri.

  • Meno pensiero, più azione.
  • Meno consumo, più essenzialità.
  • Meno competizione, più amore.

Non ho mai esplorato le ragioni, ma è da quando avevo la capacità di pensare che con la fantasia concepisco la parte finale del mio viaggio in un modo molto strano. Mi vedo come un vecchio e saggio barbone, libero, povero nel senso più puro del termine, e forse un po’ pazzo. Un incrocio fra un Gandalf, dei primi tempi quando era ancora grigio, un clochard di quelli che dormono alla stazione termini e l’artista Antonio Ligabue.

Ecco ci sono! Potrei nutrire il mio inconscio di un’altra ispirazione in questo gioco oltre confine. Ispirarmi a Paul Winer, il vecchio libraio pianista e naturista del Reader’s Oasis Books di Quartzsite. Spogliare il re di tutti i suoi vestiti. Ricercare una mia zona franca fuori dalle convenzioni e, come faceva Ligabue (interpretato da Flavio Bucci), urlare a squarcia gola a tutti:

a me non mi comanda nessuno… a so un artesta me!

Oppure ancora meglio:

Un bès… Dam un bès, uno solo! Che un giorno diventerà tutto splendido. Per me e per voi”

Written by
Francesco Perticari

Francesco da vent’anni svolge attività di consulenza e management in aziende della fitness industry, esercita la sua passione di coach nel business e nello sport e, per puro divertimento, pratica Triathlon insieme ai suoi tre figli di 10, 12 e 14 anni.
Entradentro Blog è un progetto personale, una specie di posto in rete nel quale riordinare le idee e ispirarsi. Esiste dal 2009 ma muore almeno due volte per risorgere nel 2020 con nuovi intenti e nuove possibilità future.

View all articles
Leave a reply

2 comments
Written by Francesco Perticari